
Rivoluzione Intelligenza Artificiale: l’Italia fra i paesi meno pronti in Europa ad affrontarla: lo studio

Rivoluzione Intelligenza Artificiale: l’Italia fra i paesi meno pronti in Europa ad affrontarla
L’Italia è tra i Paesi meno pronti in Unione Europea per affrontare la rivoluzione dell’intelligenza artificiale (AI), secondo l’indice elaborato dal Fondo Monetario Internazionale.
L’indice misura la capacità di un Paese di sfruttare le opportunità offerte dall’AI, sia in termini di aumento della produttività economica che nella creazione di nuove imprese tecnologiche.
Un calcolo che si basa su quattro fattori fondamentali: infrastruttura digitale, capitale umano, innovazione tecnologica e regolamentazione.
In particolare, vengono valutati elementi come la qualità delle infrastrutture digitali, gli investimenti in formazione, le competenze nelle discipline STEM, la mobilità di risorse umane e finanziarie, e l’adattabilità delle normative ai modelli di business digitali.
A livello globale, Singapore domina l’indice con un punteggio dell’80%, seguita dagli Stati Uniti con il 77%.
All’interno dell’UE, il Nord Europa è in testa, con paesi come Danimarca (78%), Finlandia e Svezia (75%). Anche Germania e Francia si posizionano bene, con punteggi rispettivamente del 75% e 70%. Tuttavia, i Paesi del Sud Europa, tra cui Spagna (65%), Portogallo (65%), Italia (62%) e Grecia (58%), sono in ritardo.
Per recuperare il gap, l’Italia ha bisogno di un cambio di strategia, aumentando gli investimenti in ricerca e sviluppo (R&D) e incentivando l’imprenditoria digitale e tecnologica, che potrebbe favorire una crescita complessiva del sistema economico nazionale.