Effetti guerra – “Per la pasta nessun aumento sulle materie prime: da Ucraina e Russia non arriva il grano duro”

24/03/2022

Nessun timore per gli approvvigionamenti. Sugli e effetti della guerra si è fatta un po’ di confusione. Russia e Ucraina sono grandi produttori di grano tenero che sono in particolare la materia prima di pane, biscotti e prodotti da forno.

Ma per la pasta (almeno quella prodotta e consumata in Italia) è necessario il grano duro che rappresenta forse il 20% massimo del raccolto di Russia e Ucraina. Purtroppo  le fake news hanno fatto ripartire gli aumenti di prezzo.

E’ quanto rivela il Cavalier Filippo Antonio De Cecco, capo di un’azienda da 520 milioni di euro di fatturato.

De Cecco ha rilasciato un’intervista al Sole 24 Ore, spiegando la situazione:

«Tutto è cominciato – spiega al quotidiano di economia e finanza –  la scorsa estate con il raccolto 2021, che per inciso per l’Italia è stato eccezionale soprattutto sotto il profilo qualitativo. Non è stato così però per il Canada, tra i principali produttori mondiali che per difficoltà climatiche ha previsto una produzione 2021 di 2,5 milioni di quintali contro la media di 6,5 milioni. Da lì si è innescata una spirale di aumenti dei listini che ha portato il prezzo del grano duro dai 30 euro al quintale fino a oltre la soglia dei 50 euro. Queste quotazioni sono continuate per tutto l’anno fino a raggiungere a fine gennaio il massimo di 56-57 euro. Poi un’inversione di tendenza e una serie di limature al ribasso che si pensava potessero continuare quando è scoppiata la guerra».

E sugli approvvigionamenti in crisi?
“In realtà si è fatta un po’ di confusione. Russia e Ucraina sono grandi produttori di grano tenero che è la materia prima di pane, biscotti e prodotti da forno. Per la pasta serve obbligatoriamente il grano duro che rappresenterà il 10 forse il 20% massimo del raccolto di Russia e Ucraina. Ma le fake news hanno fatto ripartire gli aumenti di prezzo.

Insomma, nessuna carenza di materie prime: “L’industria italiana della pasta – spiega De Cecco al Sole 24 Ore – ” ha bisogno in media di 60 milioni di quintali l’anno. Ne produciamo in media 40 milioni. Un terzo lo compriamo all’estero. La De Cecco ha scorte di grano nazionale fino a tutto settembre e per il grano straniero fino a tutto il 2023. Ma soprattutto fino ad allora ci sarà a giugno un nuovo raccolto che si preannuncia molto abbondante. Tanti agricoltori, visto il positivo trend di quotazioni, quest’anno hanno seminato grano duro. Per la qualità del prodotto finale la materia prima nella pasta è importante al 50% l’altro 50% dipende dalle tecniche di lavorazione che hanno fatto enormi passi in avanti. Adesso le nuove tecnologie di essiccazione della pasta ad alte temperature hanno accorciato i tempi di lavorazione riducendo il peso sul prodotto finale della qualità della materia prima”.

 

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