
Economia – Spread in Italia: col premier Draghi al Colle potrebbe salire di 200 punti

Spread in Italia: con Draghi al Quirinale potrebbe salire di 200 punti. E l’allarme lanciato da diversi analisti: il differenziale tra il rendimento dei Btp italiani e quello dei Bund tedeschi potrebbe influire sulla scelta del nuovo Presidente della Repubblica.
Intanto si evidenzia come il valore dello Spread non sia così diverso dopo l’arrivo di Mario Draghi, rispetto all’esecutivo precedente.
Ma se l’attuale Presidente del Consiglio salisse al Colle le cose cambierebbero. Assiom Forex prevede che “l’inizio del 2022 sarà caratterizzato da rialzi dei rendimenti dovuti alle notizie relative alle elezioni ed è verosimile attendere uno spread Btp-Bund in area 150 punti vase entro fine gennaio”, e “il livello è destinato a rientrare rapidamente a 120 punti se l’attuale Governo non verrà impattato dal voto presidenziale”.
Draghi viene infatti considerato “una garanzia per la gestione dei fondi Next Generation Eu e un sentiero di crescita come quello impostato attualmente porterà a far sovraperformare l’Italia rispetto alla Spagna, riducendo lo spread tra i decennali dei due paesi a 30/40 punti base, dagli attuali 60”.
Questa invece è la previsione di ciò che accadrebbe nel caso in cui Draghi succedesse a Sergio Mattarella Secondo Filppo Diodovich, Senior Market Strategist di Ig, interpellato da Repubblica: “Con Draghi al Quirinale e la nomina di un primo ministro fedele alla sua linea politica ci aspettiamo uno spread leggermente più ampio nel breve periodo, tra 130 e 160 punti”.
Se invece una possibile crisi istituzionale facesse uscire Draghi dal palcoscenico politico, “il differenziale sui decennali italiani e tedeschi potrebbe salire anche sopra 200, ma sarebbe contenuto dallo scudo protettivo azionato dalla Bce attraverso i piani Pepp e App”, conclude Diodovich.